Mi è difficile trovare parole per un libro del genere, dire quanto mi sia entrato nel profondo, (esaminare) quanto ha modificato la mia visione del mondo, (misurare) quanto ha dato senso e giustizia a pensieri che mi portavo dietro da anni. Estremamente personale, dunque (quindi non necessariamente replicabile), questo libro è un’avventura intellettuale come ce ne sono poche, ed allo stesso tempo un tour de force emotivo straziante: perchè (mi pare,) è impossibile non amare l’uomo Norbert Wiener, così eccentrico e geniale e fragile, ed è impossibile non amare le sue idee, l’ambiente che avevano contribuito a creare, lo straordinario evento scientifico che hanno rappresentato.
Impossibile pure sopportare con leggerezza le tragedie, umane e scientifiche, che sono, terribilmente, la vera spina dorsale del libro, e che spiegano (anche se solo parzialmente) l’oblio che Wiener uomo e scienziato (assieme ad altri uomini e donne, scienziati e non) affronterà dopo la morte.
A fidarsi (e lo faremo) degli autori (marito e moglie) ci sono dodici anni di preparazione e otto di redazione che separano l’idea dal libro compiuto, e la cosa non stupisce più di tanto. La simpatia (l’amore, si può dire? lo diciamo) per Wiener, le sue idee e le persone che stavano attorno a lui traspare ad ogni pagina, ed è giusto così.
Questa è una biografia appassionata dell’ascesa ed il declino di un modo di pensare il mondo, dell’ossessione delle “cose basilari”, della nascita di uno sguardo che ha oramai cambiato nome e non riconosciamo più, anche se è dappertutto. La cibernetica si è infilata in ogni pertugio (medicina, fisica, biologia, scienze sociali) ed è con altri nomi che adesso guardiamo all’intelligenza artificiale, neuroscienze, robotica, scienze cognitive e complessità.
E se la parola cibernetica ha perso completamente il suo senso originale (tanto da essere pasteggiata da Ufo Robot, che la mangiava a libri(?) (giustamente, riconosciamo, contornando con insalata di matematica (che è l’accompagnamento necessario)), ripercorrerne la storia, che è la storia di suo padre, è dovuto.
Uno dei più belle storie d’amore per la scienza che abbia mai letto.
Una opinione su "L’ eroe oscuro dell’età dell’informazione"