Caro Luigi,
non ho la presunzione di convincerti. Se non ci riesce qubrick, figurati cosa posso fare io.
Mi basterebbe incrinare una sicurezza che percepisco (forse a torto), nel tuo stare sempre e comunque dalla parte di Israele.
Mi piacere farti capire che parole come “difesa”, “sicurezza”, “conflitto”, “barriera di separazione” sono (anche e soprattutto) facciate per termini quali “attacco”, “emarginazione”, “occupazione”, “muro di segregazione”.
Proverò, nel mio piccolo, per punti, e mi incasinerò e sarò illogico e contradittorio, e tu avrai pazienza.
Partendo dal tuo assunto “Israele ha il diritto di esistere“, le cose vanno di conseguenza. Ma secondo me dipende da quello che intendi per Israele. Io credo che gli israeliani abbiano diritto di esistere, esattamente come i palestinesi. E la differenza e’ fondamentale: l’Israele attuale e’ uno stato che si pretende etnico, fondato sulla disuguaglianza e l’occupazione e la sottomissione di un altro popolo. Ha diritto di esistere in quanto tale? O questo diritto non e’ invece delle persone che abitano questo stato?
Mi verrebbe poi da dirti che, ammesso e non concesso il tuo assunto, tu sottintendi un “senza se e senza ma” che io non concedo. Fino a che prezzo Israele, e qualunque altro paese/popolo di questo mondo, ha il diritto di esistere? Sulla pelle di chi e quanti e per quanto? Con quale prezzo in sofferenza?
Il discorso di X e Y. Non si e’ del tutto sicuri che avessero proprio proprio ragione gli X (“una terra senza popolo per un popolo senza terra” e’ stata una menzogna che ancora ha le mani sporche di sangue). E anche se le avessero avuto, io credo che la proporzione delle forze in gioco sia importante. Quando hai vittime da una parte che sono dieci volte quelle dall’altra, fai fatica anche solo a parlare di conflitto, perche’ qui c’e’ uno che le prende e uno che le da’ (per questo Piombo fuso, a Gaza, e’ stato un attacco da 1400 vittime, non una guerra).
Il fatto che sia difficile per me dirti qualcosa che non sai o non immagini. Perdonami, ma per quanto ti attribuisca intelligenza e sensibilita’ oltre ogni ragionevole misura dubito che tu possa immaginare quello che succede qui, se non lo vedi. Per dire, una realta’ come Tuwani e’ inimmaginabile, io ne ho sentito parlare una sacco di volte, l’ho vista e conosciuta e ancora non ci credo. Poi, in ordine sparso, l’asfissia lenta e dolorosa dei palestinesi, il fanatismo e la violenza assurda dei coloni, l’espropriazione di acqua e terre, l’umiliazione sistematica di uomini, vecchi, donne, bambini ai check point, lo strangolamento logistico economico sociale sanitario che vivono i palestinesi, la detenzione aleatoria di uomini e ragazzi non sono cose che si possono immaginare. Sono cose che le pensi, magari le sai, ti fai una sega mentale e le giustifichi a priori o posteriori, ma col cazzo che le conosci e le capisci. Io le vedo e mi scivolano via.
La chiudo, senza arrivare ad un punto fermo. Quello che sta accadendo qui e’ piuttosto lontano da quello che credi. Non c’e’ informazione piu’ polarizzata di quella sul conflitto e ci sono una marea di bufale e vere e proprie menzogne che girano (l’ultima quella uscita sui giornali italiani, sulla rimozione del muro a Gilo).
Oso suggerirti che venire a vedere (provare a vedere, provare a capire, nei limiti del proprio sguardo e sensibilita’, con la fatica dello scardinare i propri pregiudizi) quello che succede e’ un buon modo per iniziare. Poi spesso non serve, ma se uno e’ sincero con se’ stesso certe cose non si possono non vedere.
Boh, fine del pippone. Saluti
Sollevi domande che vanno oltre lo specifico e che sono assai interessanti e che meritano una risposta. A presto.
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