“Be nice” is better than “be on topic”

Una cosa che mi piace moltissimo di Academia.stackexchange è il fatto che sia, per adesso, un safe space.
La comunità rimane piccola e accogliente, c’è una generale gentilezza e spirito comunitario.
Non so se sia solo un’impressione, ma ardirei affermare che la quantità di utenti attive donne sia superiore alla media di altri siti simili (Wikipedia o StackOverflow, per dire).
Certo, questo falsa un po’ le reputazioni: per questa risposta a questa domanda, ho ricevuto troppi voti, e questo non ha molto senso.
La domanda è al limite dell’out of scope (e infatti se ne sta discutendo ampiamente), ma secondo me ha senso rispondere ed errare nel senso dell’inclusività e generosità, in domande del genere.
Fa parte del community building, e costruire la comunità è la cosa più importante.
Tu vuoi persone gentili, competenti, esperte, educate. Vuoi che mantengano un’alta competenza nelle risposte ma anche una grande gentilezza e comprensione.
È mia impressione infatti che una cultura della gentilezza possa fare di più e molto meglio che una maggiore coerenza ma rigidità. Credo che il tradoff sia positivo. È qui che Wikipedia dovrebbe migliorare, per esempio. La gentilezza è un problema di scala, e va affrontato da subito, e mantenuto il più possibile.

Pubblicato da aubreymcfato

Digital librarian, former president of Wikimedia Italia.

4 pensieri riguardo ““Be nice” is better than “be on topic”

  1. _”Tu vuoi persone gentili, competenti, esperte, educate.”_. La chiave IMHO, Aubrey, è che tu vuoi prima di tutto _persone_ (e lo dici). E tu, con quella persona, sei stato una persona (a stranger from the internet, sì, ma una persona che per qualche minuto a pensato a un altra persona (altrettanto stranger on the internet) che aveva (ha) un problema e ha provato a dire almeno la sua, se non a risolverlo). Qualsiasi approccio che dimentichi questa cosa diventa solo un inseguire i punti (o gli upvote o la reputazione o i nastrini e le spillette) che è, credo notoriamente, uno dei problemi della gamification il cui obiettivo in realtà è farti venire voglia di contribuire, non farti diventare un DPS (nerdese per “damage per second”, usato nei MMORPG (i giochi di ruolo online) per indicare quei personaggi o armi che fanno un sacco di danno agli avversari a discapito di build più bilanciate (per esempio in difesa).

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    1. Sono assolutamente d’accordo. Il punto è: come progettare progetti che incentivino questo? Come aggiustare Wikipedia? Secondo me è il grande domandone finale dei progetti collaborativi.

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