Babelando

Fra le varie cose che cambiano nella lettura, da carta a ebook, che sono tante, e alcune brutte e altre belle, ce n’è una che mi piace moltissimo (ve l’ho già detto che mi sono preso un Kindle?).
Grazie infatti a programmini come Instapaper, o ReadItLater, è possibile andare su qualsiasi testo sul web ed ebookizzarlo, trasformandolo in epub, e mandarselo sull’ebook reader.

E questo vuol dire tante cose, e fra le altre, il recupero di un’enorme, gigantesca biblioteca di saggi, articoli, post e pezzi che erano là, sull’Internet, ephemera dei nostri giorni, e che volevamo leggere da un sacco di tempo ma non avevamo abbastanza voglia e tempo e pazienza per leggerli sul computer. E’ una piccola cosa, ma io sono andato a riprendermi interviste a Herzog o David Foster Wallace, o testi fondamentali dell’epoca pre-web che qualcuno aveva messo in HTML decenni fa.

E di queste cose, ora, si possono creare libri, e quindi renderli un pochino più permanenti, dargli un contesto, una copertina, creando biblioteche personali di pezzi che prima abitavano un ramo un po’ sfortunato del docuverso, figli di un’editoria minore. La sensazione, del tutto viscerale, è che si passi ad una nuova e più profonda fase di possesso (e non più solo di accesso), ebookizzando questi testi: si recupera e si integra e si potenzia quella splendida funzione dei libri (anche in quanto oggetti definiti, e discreti, separati, tangibili) che è costruire un’identità del lettore (chi non ha mai pensato alla metafora del libro come mattone, e dalla costruzione di sè come l’impilare libroni sullo scaffale?)

Mi pare dunque una bella cosa (ma legalmente non si potrebbe, si parla quasi sempre di testi coperti da diritti) migliorare la formattazione automatica e qualche errore tipografico, aggiungere un paio di corsivi, una copertina e un indice. Ho provato a farlo per un vecchio articolo, The Curse of Xanadu, di Gary Wolf, che per fortuna era sul web, e che racconta la storia tragica di un sogno tecnologico mai realizzato, ed è una storia che tutti dovrebbero conoscere, secondo me.

L’ebook è qui, prendete e leggetene tutti.

L’epub è ancora pieno di difetti, ma almeno l’ho diviso in capitoli, ci ho messo un sommario, e spero che vi piaccia. Una nuova copertina è gradita: io faccio schifo come grafico, mi limito a suggerire una variazione sul tema della torre di Babele (che mi sembra appropriata). Buona lettura.

Pubblicato da aubreymcfato

Digital librarian, former president of Wikimedia Italia.

5 pensieri riguardo “Babelando

  1. L’articolo di Wolf sulla storia di Xanadu è bellissimo e “commovente” (nell’accezione nerd), una specie di romanzo breve sulla hybris di un pazzoide che aveva capito tutto, ma era incapace di concretizzarlo. Ted Nelson è uno di quelli che io chiamo “personaggi pericolosi”, e nella mia vita e nel lavoro ne ho conosciuti tanti. Persone trascinanti e geniali incapaci di realizzare alcunché, diretti furiosamente verso nessuna meta.

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  2. Conoscendolo (a Bologna, qualche anno fa), me ne sono convinto anche io: credo che teoricamente Nelson abbia ragione da vendere, ma è un talebano, un po’ alla stregua del buon Stallmann (che però nella vita qualcosa l’ha fatto). E non è neanche più buona fede (se lo è mai stato): potrebbero tranquillamente mettere in open source quello che hanno scritto di Xanadu, e la gente lo svilupperebbe.

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