Blog, persone e resistenza

Mi faccio la mia scorpacciata di feed RSS quotidiana.
La vita da studente all’estero è bella ma decisamente semplice. Studio e cibo, principalmente, Internet diventa il compagno principale di tutto il resto, e più – Skype, fidanzata, casa, amici, studio, Wikisource, divertimento.
Leggere i feed è dunque diventato una sorta di divertimento intelligente, un riposare la testa, soprattutto se fatto con un po’ di usta (e non tipo guardare Google Reader 52 volte al giorno).

Leggere i feed vuol dire anche leggere persone di cui ti sei abituato alla voce, uomini e donne di cui non sai niente ma di cui apprezzi lo sguardo e le dita sulla tastiera.
In questi giorni di putiferio le parole più dignitose, umane, ponderate le ho lette su Internet, su blog e tweets e status update di gente che non conosco.

Mi consola pensare che anche questa è l’Italia, che c’è gente là fuori ha qualcosa da dire e un bella voce per dirlo. A chi dice che la blogosfera è morta voglio dire che i blog servono anche per non sentirsi soli in un assedio vile e bieco di disinformazione, fuffa e merda che ogni giorno ci toglie sempre più il respiro. Leggo i pensieri di persone che mi danno qualcosa, non mi sento solo nello schifo di quello che stiamo vivendo.
I blog non salveranno il mondo, ma danno a piccole voci la possibilità di parlare, in un momento in cui ce n’è bisogno.

Pubblicato da aubreymcfato

Digital librarian, former president of Wikimedia Italia.

3 pensieri riguardo “Blog, persone e resistenza

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