Questo blog ha sette anni (oggi). Non che sia importante, ma i blog (che volevano dire una cosa, tanti anni fa, e poi hanno riempito altri usi e funzioni, cambiando significato al termine) non sono morti, nel senso che non può morire il concetto di spazio-tuo-che-parli-di-te,-online. Continuo a pensare che sia bello, avere uno spazio identitario, che mi rappresenti, che dica qualcosa di me, che mi obblighi a postare qualcosa, una volta al mese. Vale la pena pagare per essere costretti a scrivere (credo), nel senso di provare a costruirsi un luogo che sia noi, nel digitale. Pulito se e come ti pare, che dica quello che ti pare. Nonostante da anni non leggo più il mio feed quotidiano (prima che Google Reader morisse). Fra Medium ed altri, i pensieri (anche complessi) prendono sempre più forma online, e smartphone e tablet allungano i tempi di lettura, per cui bene così, morti o no, tanti auguri.