Un paio di anni fa leggevo un libro, Credere e curare, su medicina e fede, malattia, sofferenza, bioetica e religione.
Il libro era di un medico e politico, chirurgo dei trapianti, allora, se non sbaglio, residente negli Stati Uniti (lavorava al “Transplant center” di Cambridge).
Da allora ho sempre seguito con interesse gli interventi ed i lavori dell’autore, ogni tanto capitavano sui giornali, sempre legati a questioni di bioetica.
Mi piaceva il tono e il contenuto: pacato ma fermo, mai idee banali; attenzione alla persona; attenzione e tatto su temi come morte, sofferenza, eutanasia; nessun estremismo.
Questo blog non sposta nessun voto (neanche il mio, non mi fido di me, tzè)
ma ci tenevo a scriverlo: io domenica voto Marino.
So che è pieno di difetti (come tutti), so che è un outsider, so che può spararle grosse perchè non ha niente da perdere, so che ha pochissime speranze.
So anche che è una creatura di D’Alema per togliere voti a Franceschini e avvantaggiare il delfino Bersani.
Ma è una sacco di tempo che noi sinistroidi criticoni ci lamentiamo e lanciamo peana sulla sinistra che non c’è più, sulla destra che fa schifo, e siamo riusciti ad avere un PD ancora imberbe ed una sinistra rossa che è ancora lì a discutere palette esadecimale sottomano, sul rosso da utilizzare.
Il range va da #800000 al #FF2400, ma permangono correnti secessioniste che rivendicano la tradizione vetero-marxista del #CC0000.
C’è una sindrome da bastian contrario, altrimenti detta sindrome di Bucknasty,
per cui a forza di criticare non si riesce più, neanche volendo, ad apprezzare qualcosa.
Fare un complimento o esternare un prefernza non è cool, ci mette in gioco, ci sporca le mani.
A mettere dei meno, si è tutti bravi e facciamo tutti la figura dei fighi, è un trucco vecchio ma funziona.
Messi come siamo, Marino è manna dal cielo.
Ce la meniamo con Obama e la sua coolness, con l’attenzione a Internet (personalmente, per me capitale),
alla ricerca, ai giovani, alla laicità.
Abbiamo, finalmente, un chirurgo di fama internazionale, da anni impegnato sul fronte della bioetica, cattolico e (non ma!) laico, che parla di merito, meritocrazia e competenza. Di Internet e di conflitto di interessi. Di valori e di laicità.
Marino è una alieno, d’accordo.
Ma proprio per questo va supportato: per non rassegnarci all’idea che questa situazione sia normale, rassegnata e inesorabile.
Le vere innovazioni sono sempre aliene, per definizione.
Io ci credo, almeno un po’.
E’ un segno, nel bene e nel male, e siamo messi così da panico che averlo è già qualcosa.
Che Marino fosse una creatura di D’Alema mi era sfuggito. Hai fonti in merito?
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La prima fonte è un amico da anni dentro al PD, che mi dava notizie “interne”. La seconda, se vuoi, è proprio un’ammissione di D’Alema: http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/10/23/prendersi-delle-liberta/
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