Esposizione Orizzontale 2019 — Nascita

Ho degli amici che fanno un lavoro meraviglioso: i legatori e restauratori di libri antichi. Essendo artigiani ed artisti, amano allestire periodicamente una mostra di opere di artisti amici che ruotano tutte attorno allo stesso tema. Questo dicembre il tema era la “nascita”, che hanno chiesto di esplorare anche a me.

Ora, l’unico mio modo di essere artista è quello di essere un lettore: la mia forma d’arte prediletta, la cosa che so fare meglio, è leggere. Per cui quello che ho fatto è stata una selezione di brani da libri diversissimi, che ho trascritto e pubblicato in queste ultime settimane. Come noterete, ho preso il tema molto alla lontana, ma c’è un’interpretazione precisa, per tutti.

Li trovate qui sotto, in ordine inverso di pubblicazione, con anche due parole di introduzione. Spero vi facciano venire voglia di leggere i libri da cui sono tratti, perché sono uno più bello dell’altro.

Oggi è il giorno della mostra, quindi il giorno giusto per l’unico pezzo che parla di nascita in senso proprio, autentico, visceralmente umano. Gabriele Capra Malavasi è il cantante dei Gazebo Penguins, vive e lavora in appennino ed il papà di tre bimbi bellissimi.

Questo è il racconto della nascita di Ester, la sua primogenita, nata in casa in una notte innevata. Prendetevi cinque minuti buoni, perché cose così si scrivono solo una volta nella vita, vanno letti con il rispetto che meritano.

Il brano di oggi è l’ultimo prima, dell’Esposizione Orizzontale 2018 / Nascita di sabato, ma è stato il primo ad essere scelto.

Perché c’è tutto: la vita, la morte, la fratellanza, la montagna, l’avventura, la rinascita. Ha il sapore della fiabe antiche, ma fu scritto da un giovane di soli 35 anni, morto di tubercolosi l’anno dopo.

L’ho trascritto a mano tanti anni fa, quando lo trovai in un libro che non mi ha più abbandonato: il libro si chiama Il monte analogo, l’autore si chiamava René Daumal.

Ve lo regalo con un augurio: diffidate della superficie delle cose.

Le storie di Gianni Rodari hanno fatto il giro del mondo: sono finite dentro dentro le canzoni di Sergio Endrigo, sono diventate cartoni animati in Russia, sono libri tradotti in tutto il mondo. Quando nel 1973 uscì il suo “Grammatica della fantasia” fu una piccola rivoluzione: suo unico testo teorico, era un libretto densissimo di amore e studio, dedicato al mestiere di inventare storie, all’artigianato della favola. Le storie nascono dal più piccolo seme: come il meraviglioso errore di trascrizione che trasforma la scarpina di pelliccia di Cenerentola (“vaire”) in una straordinaria scarpina di vetro (“verre”). In questo brano Rodari torna al punto zero, al foglio completamente bianco, alla storia che si genera da una singola parola, come le onde attorno al sasso gettato in uno stagno.
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Gustav Janouch era un adolescente quando il padre scoprì le sue poesie in un cassetto. Il padre non era un esperto, così decise di far leggere le poesie ad un collega della compagnia di assicurazioni dove lavorava: quel collega era Franz Kafka. Nasce così un’amicizia fra il giovane Gustav e il poco più vecchio Franz, fatta di chiacchiere, libri, consigli. Gustav riprenderà i suoi diari dopo la guerra, a ritracciare un incontro straordinario, in cui Kafka veste i panni del mentore e dell’amico. Nascita di un poeta, di un’amicizia, di una leggenda.

Wassily Kandinsky è stato uno dei grandi artisti del Novecento, il pioniere dell’arte astratta. Meno conosciuto è il suo sforzo teorico, condensato in due testi rivoluzionari come Lo spirituale nell’arte e Punto Linea Superficie.

Quest’ultimo è un testo unico: il tentativo ambiziosissimo di definire una matematica dell’arte, un trattato sulla natura e le proprietà degli elementi grafici fondamentali: il punto, la linea, la superficie.

Il brano di oggi è il primo capitolo, dedicato al più umile e al più potente dei tratti: il punto, “il legame fra silenzio e parola”. La nascita della forma.

Ettore Sottsass è stato uno dei più grandi architetti e designer italiani. Con lui le iperboli si sprecano: i suoi lavori sono stati esposti nei migliori musei del mondo, ha vinto innumerevoli premi, ha lasciato decine di migliaia di disegni, schizzi, progetti, fotografie, materiali di lavoro. Centinaia sono le storie che si nascondono e intrecciano fra questi, a volte racchiuse in un solo disegno.
Konrad Lorenz è stato il fondatore dell’etologia fondatore, lo studio scientifico degli animali.

In particolare, a lui si deve il concetto di “imprinting”, quella particolare forma di apprendimento che accade nelle primissime ore dopo la nascita, e per il quale, nel 1973, ricevette il Nobel per la medicina.

Per questo, insieme alle sue straordinarie doti di divulgatore, Lorenz è diventato famoso anche presso il grande pubblico: il suo bestseller L’anello di Re Salomone rimane uno dei libri sugli animali più belli di sempre, definendo un modo imitatissiamo, ma quasi inarrivabile, di raccontare la scienza, a metà fra autobiografia, favola, trattato.

Il pezzo di oggi viene da proprio da questo libro: è la nascita dell’ochetta Martina, il primo “cucciolo” di Konrad Lorenz.

La mitipoiesi è la tendenza innata dell’essere umano a creare miti.

Tolkien usò questa parola negli anni ’30, per indicare il “suo” genere letterario, che incorporava elementi mitologici e archetipici in una favola moderna, in una costruzione di mondi che avrebbe fatto scuola e definito il “fantastico” per decenni.

La mitopoiesi è un gioco da nerd, che notoriamente amano prendere molto seriamente cose che ad altri sembrano frivole: tutti i giochi, d’altronde, sono insieme ironici e serissimi.

Questo pezzo è di qualche anno fa, ma è uno dei miei articoli preferiti in assoluto su internet (quella che leggerete è la mia traduzione). È un racconto mitopoietico sulla rete, uno dei pochi che mi sia capitato di leggere.

Illustra bene la potenza dell’intelligenza collettiva che la rete permette — e anche della stupidità.

È un ciclo di Nascita, Morte e Resurrezione, parla di giovani nerd americani che fanno i coglioni, di scemi geniali che si mettono insieme a fare qualcosa di bello, di Arte che nasce e muore nel giro di poche ore.

Parla di Internet, insomma, che è un Gioco serissimo, e che va giocato insieme.

Pubblicato da aubreymcfato

Digital librarian, former president of Wikimedia Italia.

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