Stavo pensando a qualcosa da dire per chi non ha ancora letto questo libro.
O per chi, leggendolo, si è sentito affaticato, respinto da noiose descrizioni, da una scrittura pesante.
Moby Dick è una bestia, e come tale va domata.
Non ci si avvicina se non per perdere qualcosa.
Si parte per mare per fuggire.
O cercare Altro.
Moby Dick è Altro.
Moby Dick è libro-balena.
E’ Leviatano di carta e parole.
Caldo, meraviglioso, feroce.
Moby Dick è il viaggio infernale di Achab.
Moby Dick è pedissequa enciclopedia del mare,
è la pedanteria del trattato ittiologico,
è precisa ed esatta lezione di baleneria,
è ore al sole e attesa di spruzzo all’orizzonte,
è il bianco accecante dell’odio,
è il sale che secca gli occhi,
è la ruvidità della fune che brucia la pelle,
è l’odore del legno bruciato dal sole
è il fetore dell’olio travasato coi secchi nelle botti.
Moby Dick è rifondazione del mondo sull’assioma-leviatano,
Ricostruzione del’universo, pezzo per pezzo, metafora per metafora.
E’ mangiarsi il mondo e digerirlo mare, acqua, balena.
Se non siete pronti, non partite.
Rischiate di bruciarvi, non capendo.
E questo è peccato, davvero.
Scritto il 9 settembre 2008.
*__*
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