Partecipare è moltiplicare

Valeria Baudo, alle Stelline, riproponeva la classica regola dell’1%: secondo Wikipedia, “la teoria secondo cui la percentuale dei soli fruitori (lurker) di una comunità virtuale è enormemente superiore a quella dei collaboratori attivi a quella stessa comunità.

La regola dice che in ogni comunità virtuale troveremo una “ineguaglianza partecipativa“, è una struttura emergente della comunità suddivisa nell’1% di creatori, il 9% di commentatori, il 90% di fruitori silenti.

Diversi studi empirici riportano dati simili, questa è una struttura che si ripete spesso, in comunità e verticali diverse (l’ineguaglianza partecipativa c’è sempre stata riguardo al potere, ai soldi, alla politica).
È una regola importante, che insegna a tenere basse le aspettative, quando si costruiscono comunità.

Il punto però è che secondo me questa regola va vista alla rovescia.
Sarà che io sono fatto così, ma sapere che la mia partecipazione influisce sul 99% percento degli altri utenti in un determinato progetto per me è una cosa fantastica. È un enorme incentivo alla partecipazione. Le azioni di chi partecipa hanno impatto: per uno che scrive, novantanove leggeranno.

Esiste una bibliodiversità del lettore: tutti noi siamo diversi lettori nella stessa persona, leggiamo cose diverse, in quantità diverse, di qualità diverse, in momenti diversi.
Allo stesso modo, io posso essere un grande contributore di Wikisource, un occasionale commentatore su Wikipedia, un semplice lettore di Wikiquote. Per non parlare di Anobii, Youtube, Quora, e altre mille comunità online.

Il punto è che nel Web ha senso lavorare in un regime aperto e condiviso, partecipare a progetti collaborativi, proprio perchè si sa che anche un piccolo contributo non va perso.

Pubblicato da aubreymcfato

Digital librarian, former president of Wikimedia Italia.

2 pensieri riguardo “Partecipare è moltiplicare

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